Vivo in una città incivile: quando affronto le strisce pedonali alterno a un attacco di bile l’idea degli imminenti funerali
È chiaro, l’asfalto si rifà a luglio passarci è da sciamano una prova e per le strade tutte in subbuglio sulla testa si cuociono le uova
Aspettando il sole come pesco sgranchisco piano i rami gelati speranzoso mi affaccio ed esco glissando code di vetri appannati
Nello scorrere lento del traffico di lumaca che mangia una lattuga chiudendo gli occhi al vento artico la testa si ritira come tartaruga
Intasata circolazione viaria con il movimento del tornio l’aria accarezza tiepida i polpacci via finalmente le scarpe coi lacci
Il filo di caldo punge negli occhi come aghi di paglia nelle stalle rispondono al traffico i tarocchi l’ombra del camion incombe alle spalle