In bici con la neve
Gabbiani alti su nuvole nere in bici silenziosi come pantere delle macchine schivando l’agguato fieri col cappotto nero innevato
Gabbiani alti su nuvole nere in bici silenziosi come pantere delle macchine schivando l’agguato fieri col cappotto nero innevato
Nello scorrere lento del traffico di lumaca che mangia una lattuga chiudendo gli occhi al vento artico la testa si ritira come tartaruga
Preparato ai giorni della merla con le guance sempre più insaccate, freddo sulla schiena, carica la gerla, ramo d’ulivo sotto le gelate
In effetti il freddo fende le guance come fossero punzecchi di lance ma vuoi mettere il silenzio intorno e nel petto bollore d’altoforno
Gabbiani alti su nuvole nere in bici silenziosi come pantere delle macchine schivando l’agguato fieri col cappotto nero innevato
Mentre la nazione è “nella morsa del gelo” come raccontano le cronache, Borracce di poesia ha provato a vivere la città imbiancata in bicicletta. Ecco il racconto in rima, con dieci nuove quartine dedicate al tema. Sai che sono simile alla neve che la città trasforma in lieve anche adesso la pedalo silenziosa nel bianco
Preparato ai giorni della merla con le guance sempre più insaccate, freddo sulla schiena, carica la gerla, ramo d’ulivo sotto le gelate
Spacchetti fra le righe delle nocche sul manubrio freddo stretto a flipper raccontano d’inverni filastrocche con il sorriso fisso dello skipper
D’inverno è un’arte sopraffina: quando le guance quasi più non sento trapassando umida nebbiolina nel bavero crespo insacco il mento
Nello scorrere lento del traffico di lumaca che mangia una lattuga chiudendo gli occhi al vento artico la testa si ritira come tartaruga
Il vetro fra le ruote che tartaglia il cristallo di neve sulla spalla per terra non c’è più la linea gialla ingoiate di gelo a mitraglia
Generale inverno spara colpi: la pelle dura come del gibbone dal vento siamo sbattuti come polpi definitivo cambio di stagione