Hai 17 anni, pedali una tranquilla giornata con i tuoi amici scout. Nel lodigiano, in una strada come tante altre in Italia, dove si va come pazzi in macchina. E pazzi è già un complimento. Un 54enne, ubriaco, ti piomba addosso con il Suv. Ti travolge, ti spezza la bici, ti spezza la vita. Si ferma dopo trecento, sì, trecento metri di frenata.
Altro sangue sulle strade, sgomento, cordoglio, rabbia, tantissima. Sulle strade in Italia, le macchine ti fanno il pelo, se ne fregano della bicicletta. Sulle strade, in Italia, le strisce pedonali sono un optional. Una nazione di gente che pesta sull’acceleratore, ti devi levare dalla strada. In Italia funziona così. Non ci sono infrastrutture adatte, degne, non c’è educazione civica. Non c’è nella politica, nella società, forse un po’ nella vita quotidiana da parte di chi ancora ci crede, è una persona educata, rispettosa. Da parte di quelle persone che ogni tanto incontri e che ti fanno avere ancora un barlume di fiducia nei confronti del genere umano.
In Italia le macchine uccidono. Ed è ora, è qui e ora, il momento di dire basta. E’ il momento di dire #bastamortistrada come fa il movimento #salvaicilisti. Oggi, venerdì 16 novembre, nelle piazze, nelle strade di tutta Italia. Fai sapere, condividi, partecipa. Non c’è più tempo per i forse e i chissà.