Sull’elettrica vola il forsennato carico di spesa e pieno il cestello schizza con il pedale simulato sagoma di arciere sul castello
È diversa la casa del ciclista borse appese pronte sempre piene caschetto e lucette bene in vista si esce ingrassate le catene
Sul manubrio montati gli specchietti coppola in testa e giacca di velluto sulla riviera arrancano i vecchietti controvento a colpi di starnuto
Con ruote squaglie a pressione zero l’afa zozza sul filo della schiena nell’estate schifa di cielo nero il mare non è una bella scena
Anche di notte ci dànno le cicale colonna sonora lento pedale veloci formiche incolonnate neanche il tempo per due nuotate
Quando scopri che te l’hanno rubata è poco dire un tonfo al cuore vorresti di demoni un’armata che ti ridiano il suo odore
Assicurati telaio e l’anteriore l’altra catena è per la posteriore un lucchetto anche al sellino sta al palo come fosse bel golfino
È chiaro, l’asfalto si rifà a luglio passarci è da sciamano una prova e per le strade tutte in subbuglio sulla testa si cuociono le uova
Meccanismo magico il campanello libera la strada al suo passaggio col tocco del pittore sul pennello dell’arte del pedale dà un assaggio
Tutina pagata una fortuna occhiali da astronauta sulla luna bici tutta in fibra di carbonio sull’asfalto va come un demonio
Le api ritrovano le amiche ecco di nuovo lucertole al sole ruote fra sassi fiumi e formiche e margherite cui mancan le parole
Vetri frantumati a bordo di strada scanso come esperto con finta giada luccicanti insidiano la ruota sono cercatore di tracce Dakota