Una rima in formato gigante. Sul bancone di un bike-café a Bologna. Una collaborazione felice e stimolante con Le Ravitò-Il ristoro dei ciclisti. Un disco volante lilla decorato con la quartina manifesto di Borracce di poesia, quella della bici “metafora di vita”: la prima scritta dalla quale è partito tutto.

Un nuovo colpo di pedale, insieme al progetto di Andrea Paracchini, giornalista specializzato in economia sociale e sostenibilità, tornato in Italia dopo quasi dieci anni di lavoro a Parigi, sempre con la bici in testa – e nel cuore – con la voglia innanzitutto di migliorare le competenze di meccanico. Con l’idea, perché no, di farne un lavoro: «Anche se già sapevo che non avrei potuto passare le giornate chiuso in un’officina – racconta Andrea Paracchini -. Volevo un posto di incontro, vivo, dinamico. E cosa meglio del cibo per unire le persone?».

E allora ecco, insieme, cibo e bevande artigianali, splendide bici in acciaio per tutti gli usi, accessori esclusivi. In una zona pedonale nel centro di Bologna. «L’idea della rima sul bancone mi è venuta perché nel locale che ho preso in affitto c’era già un bancone… lilla! Una specie di disco volante, che litigava un po’ con l’identità grafica che avevamo pensato per Le Ravitò – prosegue Andrea -. Coprirlo però sarebbe stato irrispettoso nei confronti di chi ci aveva investito in quel bancone e anche troppo sbrigativo. Conoscevo Borracce di Poesia e mi sono detto che una poesia di Alessandro formato gigante fosse il modo migliore di dare un senso a quell’angolo di locale… e così è stato! Prima di ordinare le persone si fermano a leggere la poesia incuriosite e si crea subito un clima diverso. Un bancone unico per un locale atipico».

Un locale atipico il “Ravito” /ʀavito/ che è l’abbreviazione – comune in gergo ciclistico – della parola “ravitaillement” /ʀavitajmɑ̃/ che in francese significa “ristoro” e designa quel punto in cui i partecipanti di una gara in bici ricevono cibo e bevande dalle loro squadre. «Ho pensato che per un locale dove si mangia e si beve e che si rivolge principalmente, anche se non esclusivamente, ad un pubblico di utilizzatori della bicicletta fosse un nome particolarmente appropriato – conclude Andrea Paracchini -. In italiano suona bene ed è anche un modo di richiamare la mia lunga parentesi Oltralpe».

E grazie ciclopoetici per aver scelto una rima di Borracce di poesia per questa avventura.

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